Salari più bassi di trent’anni fa, ma i sindacati guardano altrove
Pubblichiamo un interessantissima indagine de Il Corriere della Sera dal titolo “I nostri salari più bassi di trent’anni fa. Ma partiti e sindacati pensano a bonus e referendum“: https://video.corriere.it/cronaca/i-nostri-salari-piu-bassi-di-trent-anni-fa-ma-partiti-e-sindacati-pensano-a-bonus-e-referendum/41442275-8727-45e1-b0f5-465678ad6xlk
Antonio Polito / CorriereTv
Quando ci chiediamo il perché dell’emergere del populismo, degli estremismi, della rabbia e dell’instabilità elettorale nel nostro Paese, dobbiamo sempre tenere a mente un dato elaborato dall’Ocse, rivelato oggi dal Corriere.
L’Italia è l’unico Paese d’Europa in cui i salari reali sono scesi rispetto a trent’anni fa. Dal 2008, anno della grande crisi, addirittura scesi del 12%. Oggi la retribuzione media in Italia è di 35.000€, più o meno; nei Paesi dell’Ocse e addirittura di 46.000€ l’anno.
Per salari reali s’intende il valore rapportato ai prezzi, cioè quello che realmente possiamo acquistare in beni e servizi con il nostro reddito da lavoro. E certamente ha influito la fiammata dell’inflazione successiva all’aggressione russa dell’Ucraina. Ma attenzione, i salari scendevano da prima e da tempo. La verità è che il nostro sistema economico non ha retto alle prese con la competizione globale.
La sfida della produttività. Imprese troppo piccole, forza lavoro troppo anziana, pochi capitali, scarsa innovazione tecnologica. Eppure politici e sindacalisti pensano di risolvere questo problema distribuendo bonus, organizzando referendum come quelli sul Jobs Act che non hanno nulla a che vedere con la questione dei salari. C’è insomma in Italia una grande, enorme questione sociale irrisolta e non c’è più un partito capace di affrontarla.