Il discorso integrale di Mario Draghi al MIT e le incertezze del domani
A questo link potrete scaricare il discorso integrale di Mario Draghi al MIT – Massachusetts Institute of Technology.
Riportiamo di seguiro uno stralcio particolarmente siginificativo circa il rapporto tra capitale e lavoro:
Nell’area dell’euro le sfide sono diverse.
Finora l’inflazione non è stata guidata dagli eccessi della domanda.
A differenza degli Stati Uniti, il consumo reale totale nell’area dell’euro è ancora al di sotto del livello pre-pandemico e ben al di sotto della tendenza pre-pandemica.
Questo contrasto netto riflette il fatto che l’area dell’euro ha subito un forte shock nei rapporti di cambio riflesso della crisi energetica che ha contemporaneamente aumentato i costi e trasferito redditi al resto del mondo.
Finora le aziende hanno reagito cambiando i loro listini: invece di assorbire i costi più elevati riducendo i margini di guadagno, come avevano fatto per la loro maggior parte nel decennio precedente, hanno trasferito questi costi sui consumatori – mantenendo o addirittura aumentando i loro profitti.
I lavoratori, d’altra parte, non sono stati in grado di evitare una perdita di reddito reale. I salari reali alla fine dell’anno scorso erano ancora circa il 4% al di sotto dei livelli pre-pandemici.
E, dato il carattere inerziale della maggior parte delle trattative salariali in Europa, questo processo durerebbe nel tempo fino a quando le perdite salariali reali non saranno state recuperate.
Un periodo più lungo di aumento dei salari comporta naturalmente rischi maggiori. Si rischia che l’inflazione diventi persistente, soprattutto se le imprese continuano ad aumentare i loro listini, come abbiamo osservato finora.
Quindi, per eliminare questi rischi, la domanda deve essere contenuta abbastanza per indurre le imprese a mantenere più bassi i listini ed impedire loro di trasferire sui consumatori i futuri aumenti salariali.
D’altra parte, man mano che la domanda diminuisce, le imprese potrebbero assorbire alcuni degli aumenti salariali impliciti nei contratti di lavoro per i prossimi 1-2 anni.
Al netto di altri fattori, il grado della futura stretta monetaria dipenderà dall’interazione tra le imprese e il lavoro e da quanto profondi saranno gli effetti delle decisioni monetarie passate.
La gravissima crisi del sindacato italiano ci preoccupa moltissimo, perché attualmente i lavoratori sono privi di qualsivoglia rappresentanza volta a riequilibrare il rapporto col capitale.
Siamo grati al Presidente Draghi per aver sollevato questo macro problema.