Amazon, non ci sarà un sindacato negli Usa: i lavoratori votano no (ma non finisce qui)
Pubblichiamo da L’Economia de Il Corriere delle Sera del 10.4.2021
Amazon vince il primo round: i lavoratori americani del colosso dell’ecommerce hanno bocciato – votando in maggioranza per il no – il referendum nell’impianto di Bessemer, in Alabama, sull’idea di formare un sindacato. Per il colosso di Jeff Bezos è venuto l’ora di esultare dopo mesi difficili: non solo vede andare in fumo una «grande minaccia», ma si prende anche una rivincita sulla pioggia di critiche che da mesi gli piovono addosso. La sensazione è che comunque si tratti di una vittoria parziale, il successo della prima tappa di una corsa ancora molto lunga.
L’esito del referendum di Bessemer, in Alabama
I lavoratori del colosso dell’e-commerce hanno dunque votato contro la formazione di un sindacato nel magazzino Amazon di Bessemer, in Alabama. Un «no» che consegna al gigante delle vendite online una vittoria decisiva e interrompe un percorso che gli attivisti sindacali avevano sperato avrebbe portato ad azioni simili in tutto il mondo. Dopo mesi di campagne di voto aggressive (da entrambe le parti), 1.798 magazzinieri hanno rifiutato l’idea del sindacato mentre 738 hanno votato a favore. I dati, riportati dal National Labour Relations Board che ha supervisionato il processo, indicano un totale di 3.215 voti. Si tratta di circa il 55% dei quasi 6.000 lavoratori con diritto di voto. Il sindacato afferma che centinaia di questi voti sarebbero stati contestati, in particolar modo da Amazon. Ma i voti contestati non sarebbero comunque stati sufficienti a ribaltare il voto sul sindacato.
Le proteste e le contestazioni
L’embrione di sindacato che ha promosso il referendum, «Retail, Wholesale and Department Store Union», ha detto a chiare lettere che l’azienda ha interferito illegalmente sul voto: i risultati «dovrebbero essere ignorati perché la condotta del datore di lavoro ha creato un’atmosfera di confusione, coercizione e paura di rappresaglie».
Il Retail, Wholesale and Department Store Union annuncia comunque ricorso e accusa Amazon di aver violato i diritti dei lavoratori durante le votazioni, cercando di influenzarle illegalmente. «Amazon sapeva che se non avesse fatto tutto il possibile, inclusa dell’attività illegale, i suoi lavoratori avrebbero scelto il sindacato», dice Stuart Appelbaum, presidente del RWDSU.
Amazon: nessuna intimidazione
Amazon ha replicato negando di aver vinto con intimidazioni: «È facile prevedere che il sindacato dirà che Amazon ha vinto queste elezioni perché abbiamo intimidito i dipendenti, ma non è vero». L’azienda fa notare, peraltro,che «solo il 16% dei dipendenti dell’impianto ha promosso il sindacato» e ribadisce che i propri dipendenti «hanno sentito molti messaggi anti-Amazon dal sindacato, dai politici e dai media» di quanti ne abbia rivolti la stessa Amazon contro l’idea di una trade union dei magazzinieri. «E comunque – ribadisce il colosso fondato da Jeff Bezos, da qualche tempo l’uomo più ricco del mondo – non ha vinto Amazon: sono i nostri dipendenti che hanno scelto di votare contro l’adesione a un sindacato».
La National Retail Federation, la più grande associazione delle aziende di commercio al dettaglio degli Stati Uniti (e del mondo), ha tirato un sospiro di sollievo dopo il voto a Bessemer. «Il processo funziona e i dipendenti possono prendere una decisione informata nonostante l’enorme pressione che ha caratterizzato», ha affermato l’associazione. Il timore delle aziende era l’idea di trovarsi di fronte a un proliferare di organizzazioni sindacali nei molteplici magazzini della rete americana di vendite al dettaglio e ecommerce. La «vittoria» di Amazon allontana però l’ipotesi dell’«effetto domino».
La sconfitta del presidente Biden e dei politici dem
L’esito del voto ha deluso la sinistra americana, a partire dal presidente Usa, Joe Biden, e Bernie Sanders che si erano detti favorevoli al sindacato. In tempi di pandemia e di crisi dell’occupazione, i democratici avevano visto nel referendum nell’impianto di Bessemer, in Alabama, la chance di un riscatto per i lavoratori e soprattutto la possibilità di cambiare e migliorare il modello di business di big tech. Ma il risultato del referendum lascia poco adito a dubbi, anche se il ricorso del RWDSU lascia intravedere una lunga battaglia all’orizzonte. La posta in gioco è alta per il sindacato e tutti i rappresentati dei lavoratori in America, da anni alle prese con un’emorragia di iscritti e un allontanamento dei lavoratori dalle organizzazioni.